sabato 5 maggio 2012

Shameless

Brutti, sporchi e in fondo tenerissimi

La famiglia in tv è sempre stata lo specchio di tutte le più perverse fantasie perbeniste: casa grande, pulitissima e possibilmente a due piani, un sacco di figli – ché come dicevano i Monty Python “Every sperm is sacred” –, fasulle felicità fatte di sorrisi imbalsamati e battutine stantie e metodi educativi lontani anni luce da Maria Montessori. Un incubo di quelli che ti lasciano sul lettino dello psicoanalista per anni, su cui si è formato l'inquietante immaginario che faceva da sfondo a Pleasantville, delizioso film di Gary Ross datato '98.
Un immaginario che ha nomi ben precisi: Leave It to Beaver e The Brady Bunch, di cui solo il secondo in onda in Italia come La famiglia Brady, colpevoli di aver tolto dalla famiglia – e dalla sitcom in generale – ogni accenno di problema, di inquietudine, facendo credere al mondo che la famiglia fosse un asettico idillio. E poi per fortuna arrivano i primi colpi, all'inizio animati (come I Simpson, I Grififn o South Park) e poi via via sempre più in carne e ossa, deflagrando nel 2004, quando l'esimio Paul Abbott – autore di punta della tv britannica con prodotto come Cracker e State of Play – crea Shameless, letteralmente “senza vergogna”, che mette in scena, e continua a farlo tutt'ora, una famiglia che ridefinisce il significato di disfunzionale, con un padre ubriaco perso, figli dai mille problemi psico-sociali, vicini ninfomani e tutte le forme di disprezzo possibili per le istituzioni. Successo assicurato e valanghe di premi vinti.
Perchè non ne avrebbero dovuto approfittare dagli USA? E così è stato: il 9 gennaio 2011 Showtime licenzia il remake americano di Shameless. La vera sorpresa è che il remake funziona. Anzi, è anche meglio dell'originale. Sviluppato dallo stesso Abbot col supporto di uno dei colossi della tv statunitense John Wells (E.R.-Medici in prima linea, The West Wing), lo show racconta della famiglia Gallagher e soprattutto dei suoi due pilastri: il padre Frank, ebbro in quanto tale, talmente bisognoso di alcool e affetto da farsi sodomizzare da un'agorafobica in cambio di buon cibo, amore e spirito (in tutti i sensi), e Fiona, la figlia maggiore, l'unica in grado ma anche costretta a tenere la testa sulle spalle per gestire una famiglia fatta di altri quattro fratelli, dalle differenti difficoltà di apprendimento, di relazione, o di semplice rispetto per l'autorità parentale.
In questo marasma di urla e chiazze di vomito, gente sdraiata sul pavimento e incapacità di comunicare, di amori rifiutati, imposti, mai compresi eppure onnipresenti – come i vicini e amici che trovano ogni luogo e occasione per fare sesso, soprattutto a casa Gallagher – spunta il fiore che rende questo remake, caso raro specie nel confronto Usa/Gran Bretagna, migliore dell'originale: Shameless U.S., con le sue 12 puntate rinnovate già per la seconda stagione, sa trovare il perfetto equilibrio tra la scorrettezza sociale, lo stravolgimento del bon ton della famiglia televisiva e il respiro di un racconto dove al posto dei “buoni sentimenti” ci sono i sentimenti, nudi e crudi, che non ricattano lo spettatore, ma lo coinvolgono, che rimpiazzano il cinismo sterile della versione inglese con una capacità narrativa e di descrizione dei personaggi meglio rodata.
E merito principale, al fianco degli egregi sceneggiatori, va al cast, composito e scintillante: già la sola presenza di William H.Macy illuminerebbe qualunque prodotto, ma la definizione del suo Frank è incredibile, trasuda squallore e amore da ogni poro, intreccia abiezione e voglia di riscatta con una finezza e un'ironia straordinarie, ma meritano considerazione la bella Emmy Rossum, che riscatta i bamboleggiamenti della sua Christine nel Fantasma dell'opera di Schumacher, e un'indimenticabile Joan Cusack, tenerissima e inquietante Sheila Jackson, donna che ha paura nell'uscire di casa, meno nell'usare enormi falli di gomma coi suoi uomini. Una triade che tra ripugnanza e gioia ha saputo trovare il cuore dello spettatore.

(Pubblicato su The Cinema Show)



Nessun commento:

Posta un commento